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MOSTRA: Cibo e sapori nelle Marche antiche

CENTRO CULTURALE SAN FRANCESCO - dal 5 agosto al 30 ottobre 2005 (prorogata fino al  06.01.2006)

Logo mostraORARIO APERTURA MOSTRA:
il lunedì 10,30-12,30
dal martedì alla domenica
10,30-12,30 / 15,30-18,30

CONFERENZA STAMPA:
giovedì 4 agosto 2005 ore 11.00
presso l’aula didattica del Museo Archeologico Statale di Arcevia (Centro Culturale San Francesco)

INAUGURAZIONE MOSTRA:
venerdì 5 agosto ore 17,00 Centro Culturale San Francesco

saranno presenti:

- Silvio Purgatori sindaco di Arcevia

- Giuliano de Marinis soprintendente i Beni Archeologici delle Marche

- Franco Fiori presidente della CIA Marche (Confederazione Italiana Agricoltori)

- Tonino Cioccolanti presidente AIOMA (Associazione Interregionale Olivicola del Medio Adriatico)

(La foto: GLIRARIUM - contenitore di età romana per l'allevamento dei ghiri a scopo mangereccio)

Logo enti che hanno contribuito

Presentazione

La presente mostra costituisce l'edizione locale, nelle Marche, dell'iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che si ripete ormai per la terza volta proponendo a livello nazionale un tema monografico che le Soprintendenze per i Beni Archeologici - ciascuna nel proprio ambito territoriale di competenza - sviluppano poi mettendo in risalto le peculiarità del territorio stesso nell'antichità, attraverso le testimonianze materiali ed artistiche.
Il primo anno l'argomento è stato lo "sport", poi la "moda e bellezza", ora i "cibi e sapori": si tratta, come si vede, di tematiche ampie, suscettibili di essere elaborate da tutti nei modi più vari e differenti, e soprattutto capaci di permettere di mostrare con facilità le mille sfaccettature del nostro patrimonio archeologico, costituito, come si sa, non soltanto dai grandi capolavori ma anche da tante realtà solo apparentemente secondarie o minimali, che ci permettono invece, forse più dei capolavori stessi, di ricostruire la storia e la vita di ogni giorno dei nostri territori.
Rimandando a più oltre l'esposizione dei contenuti e la spiegazione del taglio di questa mostra, vogliamo ora ringraziare quanti l'hanno resa possibile ed arricchita di prestigio.
Essendo impossibile il suo primo allestimento presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona, a causa dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento ancora in corso alla data attuale, abbiamo chiesto ospitalità a colleghi ed amici: per cui l'esposizione si inaugurerà ed avrà sede, in prima istanza, nella splendida cornice della Rocca di Gradara, messa a disposizione dalla squisita cortesia e totale disponibilità della consorella Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Emoantropologico, nelle persone della Soprintendente Lorenza Mochi Onori e della dott.ssa Rosaria Valazzi, con i loro collaboratori; si sposterà successivamente negli ambienti monumentali del Complesso di San Francesco ad Arcevia, attigui al nostro Museo Archeologico Statale, ospiti dell'Amministrazione Comunale, che ha aderito subito con entusiasmo all'iniziativa, e di ciò ringraziamo il Sindaco Silvio Purgatori e l'Assessore alla Cultura Franco Fiori.
Sostegno e contributo a vario livello hanno fornito l'Amministrazione Comunale di Gradara, nonché, con la consueta e dobbiamo dirlo, quasi usuale disponibilità e familiarità, la Confederazione Italiana Agricoltori delle Marche, nonché l'Associazione Interregionale Olivicola del Medio Adriatico.
Scontato quasi (ma è sempre meno giusto che sia cosi) il contributo del personale della nostra Soprintendenza (in particolare del Museo Nazionale e del Laboratorio di Restauro e Fotografico), che ha operato con la solita altissima professionalità, nonché di alcuni suoi usuali collaboratori esterni.

Frontespizio catalogoL'auspicabile apprezzamento per la mostra, e per il relativo catalogo (che si presentano, crediamo, con un taglio comprensibile anche per un largo pubblico e per il mondo della scuola, oltre che di utile "pro-memoria" per gli studiosi) saranno la miglior gratificazione per quanti, ognuno nei suoi ruoli e funzioni, vi hanno lavorato.

Giuliano de Marinis
Soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche

Alcune immagini della mostra

Oltre che tramite i materiali archeologici propriamente detti, l’illustrazione dei contesti avverrà – e questo è l’aspetto relativamente nuovo che ci si propone di valorizzare – mediante reperti naturalistici (resti di fauna, residui vegetali e organici in genere, etc.), ai quali non frequentemente viene dato opportuno risalto, e che invece possono meglio far comprendere al pubblico l’importanza degli studi interdisciplinari per la ricostruzione di certi aspetti del mondo antico.
Per la Pre-Protostoria sono esposti reperti archeologici e avanzi faunistici da insediamenti neolitici, eneolitici e dell’Età del Bronzo, tra i quali quelli di Fontenoce di Recanati e Moscosi di Cingoli, mentre per l’Età del Ferro e la “civiltà picena” sono presentati ami, arpioni e attrezzi da pesca dai più antichi abitati di Ancona, e resti di offerte rituali (animali, vegetali, latticini etc.) in tombe orientalizzanti e arcaiche di Matelica e Numana; si segnala tra esse la presenza di semi di vite domestica da una tomba matelicese dell’VIII sec. a.C., una delle testimonianze più antiche del genere nell’Italia Centrale.
Per il periodo ellenistico e la presenza celtica viene presentato un complesso da cucina, mensa, banchetto e simposio dalla necropoli di Montefortino di Arcevia, ricco di bronzi e manufatti in ferro (alari, spiedi, colini per il vino, teglie, calderoni e quant’altro).
Per il mondo romano la scelta appare quasi difficoltosa per la quantità e varietà della documentazione disponibile; relativamente agli aspetti di cultura materiale sono presenti gusci di molluschi eduli rinvenuti nello scavo dell’area portuale del Lungomare Vanvitelli di Ancona, affiancati ad un emblema di mosaico con raffigurazione di pesci recentissimamente rinvenuto a Sant’Angelo in Vado nel Pesarese. Sempre per l’età romana un rarissimo esempio di glirarium (contenitore per l’allevamento dei ghiri) può testimoniare la diversità di gusto tra l’antico e il mondo di oggi. La quantità di bolli impressi e di tituli picti su anfore potrà evidenziare la circolazione delle merci in tutto il Mediterraneo in rapporto con le Marche, che pure si distinguevano per intensa produzione vinaria e olearia (fonti antiche e testimonianze archeologiche, come l’impianto produttivo di Montetorto di Osimo con strutture raramente così ben conservate).
Anche nell’ambito del mondo romano non mancano le evidenze di offerte rituali funerarie, come quelle delle necropoli di Fano (vegetali, frutta, etc.).
Concludono  la rassegna alcuni contesti riferiti ai secoli centrali del Medioevo, come gli scarichi provenienti dal riuso di “pozzetti granari”, ricchi di avanzi di pasto, databili con sicurezza a Matelica ed Esanatoglia nell’età ottoniana, tra il X e l’XI secolo.

Il Soprintendente Archeologo delle Marche
GIULIANO DE MARINIS

INFO

ufficioturistico
Arcevia C.so Mazzini, 64
Centro Culturale San Francesco
' 0731.984561  9 0731.9899226

Ulteriori Informazioni

Logo Cibo e sapori nell'Italia antica
Museo Archeologico Statale
Corso Mazzini, 64
' 0731.9622

archeoan@hotmail.com - info@archeomarche.it

Link:Grande rassegna espositiva a cura delle Soprintendenze Archeologiche

Successo per la mostra

A cura dell' Ufficio Informazione Accoglienza Turistica di Arcevia

Grande successo di pubblico per la mostra “Cibo e sapori nelle Marche antiche”, che rimarrà aperta fino al 30 ottobre. Organizzata dalla Soprintendenza Archeologica per le Marche, grazie al contributo della CIA Marche, dell’Aioma e del comune di Arcevia, la mostra è visitabile negli antichi ambienti del Complesso di San Francesco di Arcevia, attigui al Museo Archeologico Statale. Circa 800 persone hanno visitato la mostra in poco più di 15 giorni, apprezzando la qualità dei pezzi esposti, i chiari pannelli didattici, gli affascinanti locali dell’ex convento francescano. I pezzi più apprezzati sono la corona aurea celtica di Montefortino, gli argenti della necropoli ellenistica di Ancona e il glirarium, divenuto simbolo della mostra, il recipiente in cui i romani allevavano i ghiri per mangiarseli. Una mostra che parte dalla preistoria per arrivare oltre il Medioevo attraverso reperti archeologici e naturalistici. Manufatti per la cucina, attrezzi per procurarsi il cibo, testimonianze materiali di antichi banchetti, un percorso storico alla ricerca dei gusti e delle usanze alimentari degli antichi abitatori.
Notevole l’interesse dei bambini che hanno portato i propri genitori a visitare più di una volta l’esposizione.
La mostra è anche l’occasione per visitare il museo archeologico statale di Arcevia, uno dei musei più interessanti della regione, sia per l’apparato didattico sia per la quantità e qualità dei reperti esposti provenienti dai maggiori siti archeologici del comune (Ponte di Pietra, Conelle, Montefortino). Inoltre, il turista ha colto l’opportunità per ammirare le opere d’arte di Edgardo Mannucci e di Bruno d’Arcevia, ospitate nei locali del Centro culturale s. Francesco.

Per l’ufficio turistico Dott. Lucio Tribellini


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