Oltre che tramite i materiali archeologici propriamente detti, l’illustrazione dei contesti avverrà – e questo è l’aspetto relativamente nuovo che ci si propone di valorizzare – mediante reperti naturalistici (resti di fauna, residui vegetali e organici in genere, etc.), ai quali non frequentemente viene dato opportuno risalto, e che invece possono meglio far comprendere al pubblico l’importanza degli studi interdisciplinari per la ricostruzione di certi aspetti del mondo antico.
Per la Pre-Protostoria sono esposti reperti archeologici e avanzi faunistici da insediamenti neolitici, eneolitici e dell’Età del Bronzo, tra i quali quelli di Fontenoce di Recanati e Moscosi di Cingoli, mentre per l’Età del Ferro e la “civiltà picena” sono presentati ami, arpioni e attrezzi da pesca dai più antichi abitati di Ancona, e resti di offerte rituali (animali, vegetali, latticini etc.) in tombe orientalizzanti e arcaiche di Matelica e Numana; si segnala tra esse la presenza di semi di vite domestica da una tomba matelicese dell’VIII sec. a.C., una delle testimonianze più antiche del genere nell’Italia Centrale.
Per il periodo ellenistico e la presenza celtica viene presentato un complesso da cucina, mensa, banchetto e simposio dalla necropoli di Montefortino di Arcevia, ricco di bronzi e manufatti in ferro (alari, spiedi, colini per il vino, teglie, calderoni e quant’altro).
Per il mondo romano la scelta appare quasi difficoltosa per la quantità e varietà della documentazione disponibile; relativamente agli aspetti di cultura materiale sono presenti gusci di molluschi eduli rinvenuti nello scavo dell’area portuale del Lungomare Vanvitelli di Ancona, affiancati ad un emblema di mosaico con raffigurazione di pesci recentissimamente rinvenuto a Sant’Angelo in Vado nel Pesarese. Sempre per l’età romana un rarissimo esempio di glirarium (contenitore per l’allevamento dei ghiri) può testimoniare la diversità di gusto tra l’antico e il mondo di oggi. La quantità di bolli impressi e di tituli picti su anfore potrà evidenziare la circolazione delle merci in tutto il Mediterraneo in rapporto con le Marche, che pure si distinguevano per intensa produzione vinaria e olearia (fonti antiche e testimonianze archeologiche, come l’impianto produttivo di Montetorto di Osimo con strutture raramente così ben conservate).
Anche nell’ambito del mondo romano non mancano le evidenze di offerte rituali funerarie, come quelle delle necropoli di Fano (vegetali, frutta, etc.).
Concludono la rassegna alcuni contesti riferiti ai secoli centrali del Medioevo, come gli scarichi provenienti dal riuso di “pozzetti granari”, ricchi di avanzi di pasto, databili con sicurezza a Matelica ed Esanatoglia nell’età ottoniana, tra il X e l’XI secolo.
Il Soprintendente Archeologo delle Marche
GIULIANO DE MARINIS
INFO
ufficioturistico
Arcevia C.so Mazzini, 64
Centro Culturale San Francesco
' 0731.984561 9 0731.9899226
Ulteriori Informazioni
Museo Archeologico Statale
Corso Mazzini, 64
' 0731.9622
archeoan@hotmail.com - info@archeomarche.it
Link:Grande rassegna espositiva a cura delle Soprintendenze Archeologiche
Successo per la mostra
A cura dell' Ufficio Informazione Accoglienza Turistica di Arcevia
Grande successo di pubblico per la mostra “Cibo e sapori nelle Marche antiche”, che rimarrà aperta fino al 30 ottobre. Organizzata dalla Soprintendenza Archeologica per le Marche, grazie al contributo della CIA Marche, dell’Aioma e del comune di Arcevia, la mostra è visitabile negli antichi ambienti del Complesso di San Francesco di Arcevia, attigui al Museo Archeologico Statale. Circa 800 persone hanno visitato la mostra in poco più di 15 giorni, apprezzando la qualità dei pezzi esposti, i chiari pannelli didattici, gli affascinanti locali dell’ex convento francescano. I pezzi più apprezzati sono la corona aurea celtica di Montefortino, gli argenti della necropoli ellenistica di Ancona e il glirarium, divenuto simbolo della mostra, il recipiente in cui i romani allevavano i ghiri per mangiarseli. Una mostra che parte dalla preistoria per arrivare oltre il Medioevo attraverso reperti archeologici e naturalistici. Manufatti per la cucina, attrezzi per procurarsi il cibo, testimonianze materiali di antichi banchetti, un percorso storico alla ricerca dei gusti e delle usanze alimentari degli antichi abitatori.
Notevole l’interesse dei bambini che hanno portato i propri genitori a visitare più di una volta l’esposizione.
La mostra è anche l’occasione per visitare il museo archeologico statale di Arcevia, uno dei musei più interessanti della regione, sia per l’apparato didattico sia per la quantità e qualità dei reperti esposti provenienti dai maggiori siti archeologici del comune (Ponte di Pietra, Conelle, Montefortino). Inoltre, il turista ha colto l’opportunità per ammirare le opere d’arte di Edgardo Mannucci e di Bruno d’Arcevia, ospitate nei locali del Centro culturale s. Francesco.
Per l’ufficio turistico Dott. Lucio Tribellini